domenica 26 dicembre 2010

ARTE, CULTURA E SOCIETA' NELL'ETA' DELLA GLOBALIZZAZIONE


ALCUNI ARTICOLI TRATTI DAL NOSTRO SITO



 LA VARIEGATA COSTELLAZIONE DEL SISTEMA ARTE

Di  Angelo Mazzoleni

Se volessimo rappresentare, con un’mmagine naturale, il complesso sistema dell’arte contemporanea , esso ci apparirebbe come un’intricata giungla dove ,ancora oggi , prevale la legge del più forte , perché spesso sembra mancare ,soprattutto in una società globale,ciò che secoli di evoluzione umana dovrebbero aver prodotto di positivo : coscienza di se’ e degli altri,sensibilità, cultura .giustizia, amore vero per la bellezza e per il bambino creativo che è in noi. Invece dominano pochi dinosauri dediti solo alla costruzione del proprio dominio territoriale : ricchi gruppi finanziari , potentati locali ognuno con un gallo , le proprie gallerie , artisti, critici d’arte,musei e mass media cui della cultura vera e della ricerca artistica interessa assai poco.,dove ,pur in un'ottica liberista ,non esistono né libertà , nè meritocrazia reale ,ne’ regole condivise ,né tantomeno conoscenza dei soggetti del mercato .

Gli artisti ,quelli che in fondo dovrebbero essere i veri ,unici artefici dell’espressione umana e del sistema arte e attraverso le cui opere esso si alimenta ,non contano quasi nulla. Insieme a critici d’arte capaci ed onesti , alle poche gallerie e direttori di musei che non vogliono vendersi o seguire le linee ed i modelli artistici imposti dal denaro, sono in gran parte costretti ad operare nel sottobosco . Dunque ,semplificando ,abbiamo :grandi gruppi mercantili , fondazioni,gallerie, direttori di musei che monopolizzano e decidono le regole e condizionano il mercato del pubblico meno avveduto.Nel sottobosco: piccoli mercanti , galleristi , organizzatori di eventi improvvisati che per sopravvivere sfruttano gli artisti facendosi pagare per esporre ed infine qualche rara ,di solito piccola galleria e ,sempre nel sottobosco ,qualche critico illuminato o gallerista ,che ancora sa amare l’arte al di là delle convenienze e del mero profitto personale e naturalmente la gran massa degli artisti ,validi e meno validi.

IL NUOVO RUOLO DELL’ARTISTA
In questa nostra analisi, non vogliamo qui sottrarci alla descrizione della responsabilità di molti artisti in questo gioco di mistificazioni del sistema di potere sopra descritto .
Ci sono artisti che,per necessità , ambizione o egocentrismo esasperato ( tutti gli artisti sono un po' necessariamente egocentrici) si vendono ,che si prestano al palcoscenico che per sete di denaro e successo si adeguano e rinunciano alla loro libera ricerca per adeguarsi al mercato ,altri ,ma sono davvero pochissimi,che tramite conoscenze entrano nelle alte sfere del sistema per cercare di cambiarlo dall’interno, ma in definitiva ne restano spesso invischiati. Tutti gli altri ,stiamo parlando naturalmente di quelli che pur esprimono arte di qualità, quelli che fanno davvero libera ricerca ma che sono più introversi per natura,sono spesso ignorati , sfruttati ,trattati con arroganza e sufficienza : eppure sono loro i veri detentori del sapere .Noi però riteniamo che come in ogni sottobosco che si rispetti ,proprio qui ci sia la linfa vitale e vada ricercata oggi la vera arte.Dunque scendendo nel concreto, come cambiare questo tipo inaccettabile di sistema oltre che ,come detto in precedenza, facendo controinformazione ?

LE ASSOCIAZIONI COME PUNTO DI PARTENZA PER UNA RIVOLUZIONE CULTURALE ED ARTISTICA
La risposta per noi è abbastanza chiara : occorre,che gli artisti ,che restano comunque il perno di tutto il sistema ,prendano coscienza della loro forza e imparino ad essere indipendenti , i critici di se stessi e della società in cui operano e non solo attraverso i messaggi delle loro opere,.Occorre che si impegnino,uscendo dal naturale individualismo ed egocentrismo associandosi e lottando per creare una controarte alternativa ai modelli del sistema , una controcorrente di pensiero e di azione assumendosi l’impegno di un nuovo ruolo anche sociale.
Da tempo si va intensificando in Italia la costituzione di nuove associazioni artistico –culturali. Questo è già un gran segnale in questa direzione , ma è fondamentale che queste associazioni si organizzino ,si coordinino , che trovino alleati ( critici onesti, giornalisti uomini di cultura ,istituzioni ecc) e ,a nostro avviso, sarebbe importante riuscire a costruire nel tempo delle vere e proprie federazioni di associazioni.Il passo successivo concreto potrebbe essere quello si selezionare gli artisti più validi di ogni associazione organizzando insieme eventi espositivi o la partecipazione a fiere d'arte degli stessi, cercando appoggi a livello istituzionale e di gallerie per rompere il monopolio dei grandi gruppi oggi dominanti,.Nell’era informatica si puo’ in tempi rapidi comunicare ,costruire una rete di collaborazione discussione attiva: il grillismo di cui parleremo nell'articolo successivo , qualcosa ha pur dimostrato .E’ quello che anche noi, in modi diversi e nel nostro piccolo, abbiamo iniziato a fare, ma occorre soprattutto ,come associazioni collegate, premere sulle istituzioni pubbliche affinchè contrastino il monopolio privato e l’assenza di regole del mercato. A nostro avviso , esistono infatti parametri diversi e ben più seri di quelli stabiliti dal potere e dal denaro per riconoscere selezionare l'arte di qualità sottraendola alle mistificazioni .

CRITERI DI VALUTAZIONE E SELEZIONE ARTISTICA:
-originalità , unicita’ e coerenza del percorso artistico nel tempo,
-qualita’ e tecnica espressiva unite a d attualità ed originalità dei temi e nella poetica,
-rivalutazione , accanto alle attuali forme d’arte, della pittura e della scultura di qualita’, ormai quasi assenti nelle grandi fiere d’arte , nelle esposizioni nazionali ed internazionali pubbliche e private,
- ma ,soprattutto che il giudizio su cosa sia arte o no discenda da una seria e trasparente selezione, non decisa da monopoli privati, ma da parte di commissioni di persone competenti (artisti, critici,storici dell’arte uomini di cultura ecc.) nominate dalle Istituzioni nazionali, comprese appunto le associazioni d'arte.

TORNA AGLI
Approfondimenti sul nostro sito


------------------------------------------------------------------------------------------------------------

PER  INVIO  VOSTRO MATERIALE  E INFORMAZIONI  VARIE POTETE CONTATTARCI  TRAMITE IL NOSTRO SITO UFFICIALE O DIRETTAMENTE DA QUI VIA EMAIL

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ANALISI INTERESSANTE E CONDIVISIBILE IN ALCUNE PARTI.

Anonimo ha detto...

mi spieghi cosa centra Fidel ed il Che con l'arte e la cultura? Sarò ignorante ma i comunisti degli artisti e compagnia cantante non sapevano che farsene. Ho vissuto a Cuba 20anni orsono e di arte poca o nessuna, socialismo reale tanto, da turarsi il naso. Credo che vi sia un grosso cortocircuito mentale a sostenere queste idee. Sicuro non artistico poichè, l'artista vero, per antonomasia, è totalmente indifferente alla società o socialdemocrazia a meno che reclami prebende culturali, sociali etc, varie. Come era al tempo del fascio, artecrazia, forse più democratico di oggi, visto che elargiva soldi a pioggia a tutti gli artisti. Non mi si venga a dire che non è vero, altrimenti l'ignorante non sarei io. Quindi in tutto questo logorroico sproloquio cosa c'è di artistico quale è la ricerca, dalle opere mi sembra che sia il solito ruffiano copia ed incolla senza una vera ricerca della forma, plastica, sensoriale, photoshop, dimenticando il sacro le capacità manuensi proprie dell'artista quale demiurgo non ne vedo, solo Revolucion o Muerte! Tanto mi è cara Cuba che sarebbe ora di smetterla con la sua vittimizzazione, tutta italica, genuflessi al papa re è meglio.

A.Mazzoleni ha detto...

A. Mazzoleni ha detto...
Nel suo commento ci sono alcune inesattezze :
-arte , cultura e politica storicamente hanno sempre interloquito tra loro ,sia che l'arte fosse asservita alle classi dominanti, sia che le contrastasse e ne denunciasse violenze e storture.
Ci sono stati periodi in Italia ,ad es col neorealismo, dove l'arte espressamente si dichiarava impegnata nel politico e nel sociale . L'artista vero per come la vedo io non deve vivere in una torre d'avorio ma dire la sua anche sulla società che lo circonda altrimenti quel che fa non avrebbe senso.
Infine,per la foto : il Che ha rappresentato ed è ancora un mito di altruismo coraggio e spirito rivoluzionario per generazioni di persone . Questo è un fatto comunque la si pensi . In ognicaso qui la foto non ha un significato reale,come lei ha inteso, ma chiaramente simbolico: rappresenta il percorso di un risveglio della coscienza, la nascita di una ricerca e di un movimento nuovo, di speranze nuove (anche se poi tradite come in parte è avvenuto a Cuba , il giudizio su questo lo darà la storia.) . Concordo con lei che il socialismo nei regimi dell'Urss e Cina (che perà nulla avevano ed hanno a che fare col comunismo vero ipotizzato da Marx che certo non pensava a dittature ) hanno poi limitato o represso la libertà espressiva ,ma questo non c'entra con la simbologia rdi questa immagine che vuol solo rappresemntare metaforicamente l'inizio diun cammino contro l'indifferenza passiva e all'egotismo attuale della cultura globalizzata e mercificata,di un sistema arte governato da grossi gruppi finanziari ed oligopoli che oggi decidono cosa sia arte e cosa no falsificandone i valori ecc cc..A mio parere oggi questa realtà ipocrita e di sottocultura , va combattuta , ciòdovrebbe portare gli artisti con le loro opere ad indicare nuove vie , denunciare ogni restrizione e degrado culturale : uscire appunto dalla torre d'avorio per dare un proprio contributo anche politico e sociale al risvegio delle coscienze.
Infine non confonda il pensiero e la filosofia con le opere quelle paròlano con un loro linguaggio specifico.Personalmente parlo sia attraverso le opere ,foto dipinti e sculture sia col pensiero scritto .E' una mia scelta.
Grazie della visita e del suo parere

01 gennaio 2011 02:19

Anonimo ha detto...

La ringrazio della risposta e della voglia di dialogo. Chiarisco che non è mio intento e volere, ne sono uso, Criticare scelte di vita o d'espressione. Altresì combatto fortemente l'uso strumentale o semplicemente affettivo di determinate ideologie o simboli. Non concordo su alcune questioni: Arte è cultura, non politica, storicamente si fondono nel dipinto Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, il primo vero ed unico quadro sociale di denuncia. Non certo di arte asservita o quant'altro. L'arte, nella storia umana, non ha mai contrastato ne denunciato nulla, è sempre stata per pochi, il popolo troppo ignorante o troppo impegnato alla sopravvivenza non sapeva che farsene se non durante i ludi. La valenza di cui Lei la carica è espressione prettamente francese, triste e tetro lascito di una rivoluzione finita come è finita, Robespierre ed il comitato di salute pubblica con immancabile sovrapposizione del culto laico al religioso, egli stesso si definiva sacerdote del nuovo corso, il che è tutto dire… L'unico periodo vero italiano è, e rimane, il Futurismo di Marinetti, il vero rinascimento d'arte globale, ma i più (contemporanei) non possono sopportare questo, troppo dediti ed asserviti alla classe dominante, quei figli borghesi del 68, ove possono blandamente denunciare storture e violenze e poi fare salotto rivoluzionario in questa o quella casa che ben riempiono la pancia e scaldano il letto. Di fatto l'arte italica da decenni è morta.
Su Cuba non dimentichi che senza gli Stati Uniti i rivoluzionari non avrebbero fatto i rivoluzionari, l'errore è storicamente suttunitense, chiusero la porta in faccia a Fidel buttandolo nelle braccia Russe. Il Che, non è cubano ma Argentino, borghese guarda caso, rimasto sconvolto dai regimi sudamericani, l'oggi è ancora sotto gli occhi di tutti. Duramente reprime e spietatamente massacra contadini ed inermi pur di indottrinare il popolo durante la Revolucion. Ignorante di poesia ed arte, tutti i suoi scritti sono veri e propri vaneggiamenti senza capo e coda, ideologicamente pessimo. La sua fortuna si chiama Korda, il fotografo, lo immortala a rivoluzione finita nella Plaza della Revolucion. Preso il potere vaneggia incompetente da un ministero e l'altro, tutta Cuba lo venera, ma le assicuro che hanno sempre preferito Fidel, più realista e meno omicida di quel che si pensi. Marxista più marxista dei marxismi cinesi e sovietici, inviso anche a loro. Venerato si, per fortuna morto.
Una esortazione; E smettiamola con Marx tutti ne parlano e mai nessuno a letto il Capitale per intero, altrimenti si renderebbero conto che l'intuizione è frutto del suo essere ebreo, figlio del rabbino di Treviri, conoscitore delle scritture, talmente conoscitore da restarne influenzato a tal punto che converte laicamente i contenuti biblici. Tutto il resto è noia.
Nell'arte, come nella vita, tutto è pensiero e filosofia, tutto è opera e tutto parola con il suo linguaggio specifico, tutto parla, non dimentichi che in primo luogo l'artista italiano è greco e poi latino, poi cristiano, ma maggiormente di vocazione politeista, nel culto della singolarità della persona espressamente imperiale. Non è un caso che il fascismo sia nato in Italia e non l'Italia per i fascisti e viva ancora in mezzo a noi, si nasconde sotto la casacca che meglio gli aggrada, l'italiano è fascista nel dna.
Il sistema arte è ancora fascista o fascistizzato con splendide carriere di gente senza alcun talento e misere vite di gente di talento. Artisti, tutti ad urlare, chi per la prebenda da Pantalone e chi la vorrebbe, nel solito vizio italico del corteggiano del Castiglione. Gli artisti non indicano ne hanno mai indicato nuove vie a nessuno, nella pura illusione vetero marxista di una domani migliore. C'è anche chi si diverte a fare vita d'artista senza essere artista, è sbarcare il lunario senza fare un… Tutto il resto è noia.
Grazie della sua disponibilità dialettica.

A.Mazzoleni ha detto...

Le rispondo brevemente, anche se in ritardo ,essendo stato impegnato: non concordo in alcune sue affermazioni che sono storicamente errate:
se è vero che l'arte è stata spesso gestita dalle classi dominanti, non è vero che sia stata sempre ad esse asservita. Inoltre non c'è stato solo il futurismo che si è occupato di politica , c'è stato il neorealismo , il romanticismo, l'illuminismo, anche alcuni aspetti del rinascimento, perfino Dante Alighieri e potrei continuare con molti movimenti di rottura contemporanei come il dadaismo ,la pop art ecc. ecc. che hanno contestato il sistema dall'interno con opere e pensiero . La politica inoltre è cultura in quanto pensiero e creazione applicata alla visione e trasformazione della realtà che si riflette nella vita quotidiana,nel pensiero e nei modi di sentire di ognuno .
Da quanto ho capito abbiamo visioni politiche diverse ,ma al di la' di questo ,resta il dato storico che il suo assunto su una separazione tra arte e politica è una sua visione personale non corroborata dagli storici e dagli storici dell'arte. Un individuo artista non è mai separato dal suo tempo ,spesso anticipa con le sue visioni il futuro ed esprime attraverso le immagini o le poesie anche la sua visione politica ,a volte lo fa direttamente a volte simpolicamente.
Quanto alla rivoluzione francese non vedo cosa centri col mio discorso sulla necessità che l'artista esprima attraverso le opere la sua visione anche politica del mondo e che prenda posizione di fronte alla mercificazione dell'arte da parte di oligopoli commerciali che ne sviliscono l'espressione ed i valori .
Cordialmente
A. Mazzoleni